Poche cose infastidiscono quanto la notifica che ti avverte che il tuo smartphone si sta scaricando, specialmente quando hai bisogno di continuare a usarlo e non ti puoi permettere che ti pianti in asso da un momento all’altro.
Se questo ti succede mentre sei a casa, nessun problema. Basta prendere il caricatore, attaccarlo al telefono e alla corrente e tutto torna sotto controllo.
Se la tanto odiata notifica dovesse arrivare invece quando si è fuori e non abbiamo nè il cavo adatto nè tanto meno una presa elettrica a portata di mano, è qui che nasce il problema.
La soluzione migliore sarebbe quella di fare affidamento su un caricabatterie portatile, lo straordinario apparecchio che più di una volta ha salvato lo smartphone di molti di noi da una morte certa e prematura. Occupa poco spazio ed è estremamente pratico, e chi ne fosse ancora sprovvisto può cercare il modello più adatto fra quelli proposti dal Centro Autorizzato di Telefonia TelCenter.
In alternativa a questo caricatore, ingegneri e ricercatori di tutto il mondo stanno mettendo a punto e sperimentando gli strumenti e i metodi più bizzarri per ricaricare il nostro smartphone in maniera alternativa. Conosciamo alcune delle soluzioni più curiose che stanno spopolando sul web.
La prima si chiama SolePower, e sfrutta una tecnologia sviluppata da un team di scienziati americani che permette di produrre energia semplicemente camminando o correndo. Si tratta di semplici suole da inserire nelle scarpe da ginnastica, in grado di convertire l’energia meccanica della pressione esercitata dal nostro piede in energia elettrica. Tale energia elettrica, immagazzinata in un dispositivo secondario, è sufficiente a caricare il nostro smartphone o il nostro mp3. Un’invenzione salutare, oltre che ecologica.
Un’altra trovata che strizza l’occhio all’ambiente è iFan, uno strumento simile ad una pala eolica in miniatura che sfrutta lo stesso principio di funzionamento (l’azione del vento) per produrre energia. Com’è intuibile dal nome, iFan funziona esclusivamente per dispositivi Apple. La turbina in miniatura sta tardando a riscuotere successo a causa della sua scarsa resa produttiva, ma il principio che sta alla base è senza dubbio meritevole di attenzione.
E che dire del sacco a pelo che sfrutta il calore prodotto dal nostro corpo durante la notte per generare corrente? Si chiama Power Pocket, ed è stato sviluppato dai ricercatori della Vodafone (che di ore di sonno arretrato ne devono avere fin troppe dopo aver progettato questo apparecchio). Maggiore è la temperatura corporea, maggiore sarà l’energia convertita e immagazzinata. Questo significa che se dovessimo avere la febbre (e quindi una temperatura superiore ai 37°C) il nostro sacco a pelo sarà più efficiente: se non altro sarebbe una magra consolazione durante la convalescenza.
“La creatività può risolvere quasi ogni problema“, diceva lo scrittore George Lois. Al di là del successo che avranno o meno queste creazioni, certo non si può dire che i loro ideatori manchino d’ inventiva!